QUEL LEGAME CHE C’È TRA IMPRESA E TERRITORIO: WELFARE E SOSTENIBILITÀ

Come sviluppare l’eredità di Pietro Marzotto: «Se la gente sta bene, l’azienda ne ha beneficio».
Principi di governance e valore economico del sociale

di Susanna Stefani

Queste ultime settimane sono state connotate oltre che dal travaglio politico-istituzionale dalla tristezza per la scomparsa di un grande imprenditore, Pietro Marzotto. Pochi come lui, e la sua famiglia, hanno avuto così precocemente il senso della responsabilità sociale dell’impresa, antesignano della sostenibilità. Entrando nella Valle dell’Agno in cui è situata Valdagno, tutta la vita del paese e di quelli limitrofi è felicemente impattata dalle realizzazioni sociali volute dalla famiglia Marzotto. Filantropia, si dirà. Io invece penso di no: era il desiderio di far star bene la gente, gli stakeholder, del Gruppo Marzotto con strumenti di welfare che oggi anche altri grandi imprenditori hanno impostato. Per Pietro Marzotto — con cui ho avuto il piacere di lavorare a lungo e che ho anche intervistato per un mio saggio del 2003 sulla corporate governance delle aziende familiari, «se la gente sta bene, lavora meglio, produce di più, l’azienda ne ha beneficio, c’è la sicurezza che l’impresa prosperi per lungo tempo». Più sostenibilità di così! Questo mi disse testualmente il 7 maggio 2003, durante un pranzo nella sua villa di Valdagno, nell’ambito di un’intervista sul Modello di governance della Marzotto. E sono convinta che a lui, abilissimo e professionale finanziario, non sfuggisse per niente il valore economico di tutto il sociale che con la sua intelligenza aveva impostato. Come sono convinta che alle imprese a capitalismo familiare, oggi ancor di più, sia chiaro che impostare una buona strategia di sostenibilità costituisca un assett che porterà grandi benefici. Apparentemente il beneficio principale sembra essere quello di aver un buon rapporto con gli stakeholder, mai da disprezzare, ma quello più importante è di poter pensare a un lungo periodo in termini economico/finanziari, che consentirà loro una crescita reputazionale e una maggior fiducia da parte di chi «presta denaro», sia esso banca o investitori di altro genere. Come sopra testimoniato dal caso Marzotto — a cui si possono aggiungere vari altri nomi, da Luxottica a Cucinelli a Seragnoli, Benetton… , un atteggiamento proattivo nei confronti dei vari temi che compongono la sostenibilità è in linea con quello che dice da sempre il cuore degli imprenditori riguardo al proprio ambiente. Va solo trasformato da naturale pulsione a strumento di governance, quindi con il sostegno di una strategia ben precisa. Viviamo e lavoriamo in un Paese pieno di problemi, ma magnifico dal punto di vista di chi produce il Pil. Certamente le realizzazioni sulla sostenibilità diventeranno un’altra delle eccellenze italiane.

Il Corriere della Sera - 13 maggio 2018